Regolarizzare una badante, sia essa italiana (o facente parte dell’Unione Europea) oppure cittadina extracomunitaria, significa assicurarsi che il suo rapporto di lavoro sia conforme alle leggi e alle normative vigenti nel paese in cui si svolge l’occupazione.
È importante adempiere a tutte le responsabilità legali per garantire un ambiente di lavoro sicuro e corretto sia per il datore di lavoro che per la badante. Le leggi possono variare notevolmente da un paese all’altro, quindi è fondamentale essere consapevoli delle normative locali specifiche.
Rivolgersi ad un’agenzia permette di saltare questo step ma chi vuole fare da sé ha bisogno di sapere come fare: di seguito verranno fornite tutte le informazioni necessarie.
Come regolarizzare una badante irregolare?
Finché alla badante non viene fatto sottoscrivere un contratto di lavoro in cui vengono chiariti termini e mansioni, questa è irregolare.
Pertanto bisogna attivarsi affinché l’iter venga assolto. Se non ci si è rivolti ad un’agenzia di lavoro che offre questo tipo di servizi, la corretta assunzione di una badante prevede:
1. raccogliere i documenti del lavoratore
Il lavoratore è tenuto a consegnare (articolo 4 del CCNL) al datore di lavoro, in data anteriore all’assunzione, i documenti necessari per instaurare il rapporto, quali:
- Documento di identità e codice fiscale;
- Documentazione assicurativa e previdenziale, ad esempio l’eventuale iscrizione all’INPS in virtù di altri rapporti di lavoro;
- Documenti attestanti l’idoneità al lavoro e l’assenza di patologie idonee a recare pregiudizio al lavoratore o alla famiglia del datore;
- Eventuali diplomi o attestati professionali specifici.
2. redigere e consegnare la lettera di assunzione (contratto lavoratore domestico)
Ai sensi dell’articolo 6 del CCNL, il datore di lavoro, prima dell’inizio dell’attività lavorativa, è tenuto a rilasciare copia scritta del contratto di lavoro (o lettera di assunzione o contratto lavoratore domestico), contenente:
- Data di inizio del rapporto;
- Livello di inquadramento e mansioni;
- Residenza del lavoratore ed eventuale diverso domicilio (per i lavoratori conviventi sarà necessario indicare l’eventuale proprio domicilio diverso da quello della convivenza);
- Durata e distribuzione dell’orario di lavoro;
- Collocazione della mezza giornata di riposo settimanale in aggiunta alla domenica;
- Retribuzione pattuita;
- Corresponsione dei contributi di assistenza contrattuale;
- Luogo di svolgimento della prestazione e previsione di eventuali spostamenti (ad esempio verso il luogo di villeggiatura del datore di lavoro);
- Durata delle ferie annuali;
- Eventuali impianti audiovisivi presenti all’interno dell’abitazione.
Ulteriori aspetti (se previsti) da indicare nella lettera, riguardano:
- Durata del periodo di prova;
- Tenuta di lavoro fornita dal datore;
- Spazio assegnato al lavoratore per custodire gli effetti personali;
- L’assunzione per prestazioni discontinue assistenziali di attesa notturna ovvero per la sola presenza notturna o in regime di convivenza a servizio ridotto.
Copia della lettera di assunzione, firmata da datore e lavoratore, dovrà essere conservata in originale da entrambe le parti.
Firmando il contratto, l’assunzione è formalizzata. A questo punto non resta che comunicare l’evento all’INPS.
4. comunicare l’assunzione all’INPS
Entro le ore 24 del giorno precedente (anche se festivo) quello di instaurazione del rapporto di lavoro (da intendersi come il primo giorno di vigenza del contratto) il datore di lavoro è tenuto a comunicare l’assunzione all’INPS.
L’adempimento ha la funzione di assolvere tutti gli obblighi previsti dalla legge in termini di denuncia dei rapporti di lavoro agli enti previdenziali, ed in generale alla Pubblica Amministrazione.
Per inviare la comunicazione è necessario collegarsi al portale “inps.it – Prestazioni – Formalizzare l’assunzione di un lavoratore domestico” muniti delle credenziali SPID, CIE o CNS.
In alternativa, è possibile:
- Chiamare il Contact center dell’Istituto al numero 803.164 (gratuito da rete fissa) o lo 06.164.164 (da rete mobile);
- tramite App INPS Mobile (da aprile 2023);
- Rivolgersi agli intermediari dell’Istituto.
Con le stesse modalità è peraltro possibile annullare una comunicazione di assunzione, entro cinque giorni dalla data indicata quale inizio del rapporto. Superato il termine, è ammessa la sola comunicazione di cessazione.
Come regolarizzare una badante senza permesso di soggiorno?
Una delle situazioni più frequenti, dato l’alto numero di badanti straniere, è che queste non siano in possesso di permesso di soggiorno (ricordare che è uno dei documenti fondamentali per l’assunzione).
Se per le badanti di nazionalità italiana o europea è sufficiente presentare carta d’identità, codice fiscale e tessera sanitaria, per quelle extra-UE la situazione è diversa: serve il permesso di soggiorno.
La posizione della badante extracomunitaria priva di permesso di soggiorno ma residente in Italia può essere regolarizzata attraverso la procedura di emersione del lavoro irregolare, meglio nota come “sanatoria”. Quando si parla di sanatoria per badanti senza permesso di soggiorno si fa riferimento ad un procedimento legislativo che ha come fine quello di sapere come regolarizzare una badante in alcune posizioni lavorative che devono essere iniziate da qualche anno. In base alle ultime disposizioni, è possibile accedervi anche nel caso in cui siano stati istituiti dei rapporti di lavoro di nuova natura, a patto che il cittadino straniero sia residente in Italia prima della data dell’8 marzo 2020. Per far sì che la domanda venga accolta bisogna fare un calcolo sul reddito imponibile del datore di lavoro, che non può essere inferiore a 20.000 € annui qualora vi sia un solo soggetto in famiglia a percepire reddito, o a 27.000 € nel caso in cui vi siano più soggetti conviventi che lavorano e che quindi possono usufruire di diversi stipendi. Dopo aver inoltrato questa richiesta, il datore di lavoro dovrà pagare un’imposta forfettaria di circa 500 € per ogni lavoratore assunto e aspettare che la domanda venga esaminata per accedere a questa risorsa davvero importante.
Se la badante extracomunitaria da assumere non è ancora in Italia, il datore di lavoro potrà fare richiesta del permesso di soggiorno esclusivamente per motivi di lavoro. La richiesta è nominativa e dovrà essere presentata telematicamente allo Sportello unico per l’immigrazione che una volta ricevuto, analizzerà le quote autorizzate dal Decreto Flussi e se approvata, convocherà il datore di lavoro per consegnare il nulla osta con validità di 6 mesi e la sottoscrizione del contratto di soggiorno.
Il decreto flussi è l’atto normativo con il quale il Ministero dell’Interno stabilisce quanti stranieri possono entrare in Italia per svolgere attività di lavoro subordinato non stagionale e di lavoro autonomo e riguarda gli stranieri che si trovano ancora nei loro paesi di origine e non chi si trova già sul nostro territorio senza permesso di soggiorno. Il datore di lavoro che ha intenzione di assumere una badante extracomunitaria che non risieda ancora in Italia deve rifarsi al decreto flusso dell’anno in corso, che viene pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.
Cosa si rischia a tenere una badante senza permesso di soggiorno?
Per chi fa lavorare in nero una badante cittadina europea le sanzioni sono di tipo civile e amministrativo:
Sanzioni amministrative: L’azienda o il datore di lavoro che assume una badante in modo non regolare potrebbe essere soggetto a sanzioni amministrative. Queste sanzioni possono includere multe o altre misure punitive stabilite dalle autorità competenti.
Obblighi fiscali e contributivi: Lavorare in nero può comportare evasione fiscale e contributiva. Il datore di lavoro potrebbe essere tenuto a pagare retroattivamente le tasse e i contributi dovuti, oltre a sanzioni finanziarie.
Rischio legale per il datore di lavoro: Il datore di lavoro potrebbe essere soggetto a procedimenti giudiziari e a cause legali avanzate dalla badante o dalle autorità competenti. Questo potrebbe comportare ulteriori costi e conseguenze legali.
Rischio di espulsione per la badante: Se la badante cittadina europea si trova in un paese in cui il suo permesso di soggiorno dipende dal lavoro, lavorare in nero potrebbe comportare il rischio di perdere il permesso di soggiorno o essere espulsa dal paese.
La situazione peggiora sensibilmente nel caso in cui si parli di badante che lavora senza permesso di soggiorno: qui le sanzioni diventano di tipo penale, con multa a partire da 5.000 € e un periodo di reclusione da 6 mesi a 3 anni.
Dove andare per mettere in regola una badante?
Per mettere in regola una badante è necessario che l’assistente familiare consegni al datore di lavoro i documenti elencati sopra.
Dopodiché, il datore di lavoro è tenuto a comunicare all’INPS quanto previsto dalla normativa. Per farlo può:
- collegarsi al portale INPS con le credenziali SPID
- chiamare il Contact Center
- rivolgersi direttamente agli sportelli
Se la badante è extracomunitaria è necessario inviare in questura una copia del contratto di assunzione.
Se i requisiti sono rispettati, verrà concesso il nulla osta lavorativo.
Quanto tempo si ha per regolarizzare una badante?
La comunicazione all’INPS deve avvenire entro le ore 24 del giorno precedente (anche se festivo) quello di instaurazione del rapporto di lavoro.
Il contratto di lavoro deve comprendere una serie di informazioni per essere valido e permettere alla lavoratrice di diventare a tutti gli effetti una badante regolare:
- La data in cui ha inizio il rapporto lavorativo;
- Il luogo di lavoro dell’assistente domiciliare;
- Il livello d’inquadramento della badante;
- Gli orari di lavoro pattuiti;
- La durata del periodo di prova;
- Il giorno di riposo settimanale e le ferie annuali;
- Nel caso di badante convivente, le specifiche sul vitto e l’alloggio;
- La retribuzione oraria della badante;
- Eventuali precisazioni, in assenza delle quali potrebbero nascere contrasti.